Zes unica, approvato il raddoppio della dotazione per il credito di imposta

Il consiglio dei Ministri ha da poco approvato una disposizione che incrementa da 1,6 miliardi di euro al oltre 3.2 miliardi l’entità delle risorse disponibili per il riconoscimento del credito di imposta relativo agli investimenti realizzati nella ZES unica del mezzogiorno dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024. Uno stanziamento cinque volte superiore a quello realizzato nel periodo compreso tra il 2016 ed il 2020 e tre volte superiore a quello previsto negli anni tra il 2021 e il 2022.

Che cosa sono le ZES?

Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono aree geografiche delimitate in cui le imprese possono beneficiare di particolari agevolazioni fiscali e amministrative. Queste zone sono state create per stimolare lo sviluppo economico e l’occupazione in regioni che necessitano di un impulso economico. Le ZES offrono una serie di incentivi, tra cui esenzioni fiscali, riduzioni delle imposte e semplificazioni burocratiche, per attrarre investimenti nazionali ed esteri.
La ZES Unica consolida questi sforzi offrendo un pacchetto di benefici fiscali ancora più allettante, in particolare per quanto riguarda il risparmio sulle tasse, le aziende che effettuano investimenti nella Zes Unica possono richiedere un credito d’imposta relativo alle spese sostenute che può essere utilizzato per compensare il proprio debito fiscale o per ottenere un rimborso.
Con il recente raddoppio della dotazione, le imprese hanno una straordinaria occasione per ottimizzare i propri investimenti e migliorare la loro competitività.

Cosa prevede il nuovo provvedimento

Oltre ai 3,2 miliardi di euro immediatamente disponibili, il provvedimento prevede che possano essere utilizzate le risorse dei programmi nazionali e regionali, finanziati con le risorse della politica di coesione europea 2021 – 2027, relativi alla competitività delle PMI. Si tratta di programmi che hanno una dotazione finanziaria complessiva di circa 4,2 miliardi di euro e che, al netto degli impegni già assunti e dei vincoli specifici di destinazione già previsti, possono essere utilmente impiegati, nel rispetto delle relative condizionalità, anche per sostenere gli investimenti agevolati con il credito di imposta. Con questo provvedimento, adottato dal direttore dell’Agenzia delle entrate entro la data del 12 dicembre 2024, verrà determinata l’entità del credito di imposta effettivamente utilizzabile dagli operatori economici. L’entità del credito di imposta verrà calcolata sulla base degli investimenti concretamente realizzati ed indicati nelle comunicazioni integrative e non già, come avvenuto con il provvedimento adottato lo scorso 22 luglio e da ritenersi definitivamente superato con il provvedimento legislativo oggi approvato dal Consiglio dei ministri, sulla base di mere intenzioni di investimenti.

Come accedere al credito di imposta

Ai fini della fruizione del credito di imposta per gli investimenti nella ZES Unica, si richiede agli operatori economici di inviare all’Agenzia delle entrate entro il termine ultimo del 2 dicembre 2024 una dichiarazione integrativa attestante l’avvenuta realizzazione entro la data del 15 novembre 2024 degli investimenti indicati nella dichiarazione preventiva trasmessa alla medesima Agenzia nel periodo compreso tra il 12 giugno e il 12 luglio 2024.

Le dichiarazione del ministro Raffaele Fitto

“Nei giorni scorsi, abbiamo assistito a polemiche del tutto strumentali che valorizzavano il numero delle proposte di investimento, senza alcuna verifica in ordine alla possibilità delle stesse di tradursi in investimenti concreti.  Con l’odierno intervento normativo, il Governo dimostra, ancora una volta, il proprio costante impegno per lo sviluppo e la competitività del tessuto economico – produttivo delle regioni del Mezzogiorno attraverso iniziative di sostegno che, nel mettere in campo risorse economiche di gran lunga superiori a quelle previste dai precedenti Esecutivi, forniscono risposte certe e chiare al sistema delle imprese.”

Qui è possibile visionare il comunicato stampa relativo al recente Consiglio dei Ministri n.91.

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