PMI pronte a compiere nuovi investimenti per acquisto di nuovi impianti, macchinari e rafforzamento delle competenze del personale, attività di ricerca e transizione digitale. È questa la risposta di resilienza delle PMI italiane di fronte al pessimismo di varie previsioni economiche sull’ anno 2024 appena iniziato. Anche l’ISTAT, nel report diffuso il 5 dicembre scorso, ha presentato uno scenario di crescita dello 0,7% (come nel 2023) in rallentamento rispetto al 2022.
L’aumento del PIL sarà sostenuto principalmente dalla domanda interna al netto delle scorte e trainata principalmente dai consumi privati (+1%).
L’occupazione anche nelle PMI segnerà un aumento dello 0,8% (era dello 0,6% nel 2023) accompagnata da un calo del tasso di disoccupazione che scenderà a 7,5%. L’inflazione si ridurrà per effetto della discesa dei prezzi energetici e delle conseguenze delle politiche monetarie restrittive attuate dalla BCE.
Lo scenario previsto dall’Istat sconta l’ipotesi del proseguimento del calo dei prezzi al consumo e dei listini delle materie prime importate, di una flessione del commercio mondiale e della progressiva attuazione del piano di investimenti previsti nel PNRR.
Il 38% delle imprese ha previsto una revisione delle proprie strategie, una crescita degli investimenti per combattere le prospettive di riduzione del commercio mondiale, di riduzione di scambio italiano con l’estero a causa delle tensioni geopolitiche e il perdurare della politica monetaria restrittiva in Europa.
PMI pronte anche al rigore in fatto di consumi: rispetto alle previsioni di giugno 2023, infatti, l’Istat ha rivisto al rialzo il prezzo del petrolio (+9,6% quest’anno).
La crescita del 2024 sarà stimolata dalle misure messe in campo dal Governo Meloni e trainata dll’espansione dei consumi privati, in conseguenza degli effetti della manovra sul reddito disponibile delle famiglie.